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2015Disturbo ai nidi, wildnaturephoto aderisce alla mozione CISO
Gli autori di questo sito aderiscono alla mozione CISO sul disturbo ai nidi di aquila di Bonelli, lanario e capovaccaio.
Di seguito il link ed un estratto del punto in questione.
Invitiamo tutti i fotografi naturalisti ad una seria riflessione.
3)MOZIONE SULLA PREVENZIONE DEL DISTURBO DEI VIDEO-FOTOGRAFI SUI RAPACI
I PARTECIPANTI AL XVIII CONVEGNO ITALIANO DI ORNITOLOGIA
- Preso atto delle esperienze del Gruppo Tutela Rapaci attivo in Sicilia, che dimostrano come il disturbo ai nidi provocato da video-fotografi rappresenti, insieme all’uccisione illegale e al furto ai nidi, una delle principali minacce per le popolazioni nidificanti di diverse specie di interesse conservazionistico presenti sull’isola;
- richiamando le considerazioni finali espresse nel corso della Tavola Rotonda “Etica della Fotografia naturalistica”, tenutasi in occasione del XVI Convegno Italiano di Ornitologia (Cervia, settembre 2011) ;
- considerando che la pubblicazione di foto e video può stimolare la competizione tra fotografi e possa rendere pubblici i siti, mettendo così a rischio le nidificazioni;
- ritenendo che i gruppi di video-fotografia naturalistica sui Social Network ricoprano un importante ruolo nell’educazione ambientale, nella sensibilizzazione verso queste tematiche e possono aiutare a sviluppare un senso critico verso la video-fotografia non rispettosa degli animali;
- richiamando in particolare il regolamento della Sezione Sicilia dell’Associazione Fotografi Naturalistici Italiani (AFNI) che prevede “che non sono ammesse foto e video di animali nel loro nido o nella loro tana o di animali in fase di riproduzione, cova e nutrimento della prole, ai nidiacei, pulli e cuccioli e comunque animali non autosufficienti o ripresi in condizioni non rispettose delle loro abitudini”;
CHIEDONO
ai gruppi Facebook e alle associazioni che si occupano di video e fotografia di:
– non pubblicare foto e video delle seguenti specie: aquila di Bonelli, lanario e capovaccaio, a meno che gli individui ripresi si trovino in contesti che permettano di avere la certezza che le foto non sono avvenute in prossimità dei nidi;
– ribadire in tutte le occasioni il rischio di pesanti conseguenze su tali specie particolarmente sensibili al disturbo umano;
– non fornire informazioni che permettano di localizzare i siti delle specie più a rischio, in particolare nel caso delle specie sopra indicate.